Yirui Fang: “Ispirati poeticamente, dobbiamo proiettare nel campo visivo del pubblico ciò che percepiamo attraverso vari media. Idee diverse, credo, troveranno modi di espressione adeguati.”
Yirui Fang: “Ispirati poeticamente, dobbiamo proiettare nel campo visivo del pubblico ciò che percepiamo attraverso vari media. Idee diverse, credo, troveranno modi di espressione adeguati.”
Come e perché hai iniziato la tua carriera artistica?
Il mio avvio alla carriera artistica è stato un passaggio dalla passività all’iniziativa. Nel rigido sistema educativo cinese, la scelta dell’arte offriva indubbiamente una scorciatoia. Dopo essermi iscritto con successo all’accademia d’arte, il processo di esplorazione delle tecniche creative e di approfondimento della ricerca metodologica non è stato particolarmente pieno di sorprese; al contrario, è stato piuttosto noioso. Non considero l’arte come qualcosa che si deve fare, ma piuttosto come uno stile di vita, un atteggiamento. Con la continua esplorazione della storia dell’arte, scopro sempre di più che l’arte stessa, in quanto mezzo significativo, collega diverse relazioni nel mondo. Indubbiamente, vedo un’utopia piuttosto grandiosa, dove si possono trovare le basi e le possibilità per tutto. Inoltre, nell’attuale sviluppo sociale e nella continua espansione del mondo dell’arte, non stiamo solo esplorando domini verticali, ma possiamo anche usare l’arte come piattaforma per connetterci con altre ideologie. Ciò dipende dalle possibilità di approcci interdisciplinari, cosa che attendo con impazienza e che trovo deliziosa.
Come hai scoperto il tuo mezzo e perché l’hai scelto?
Non ho mai smesso di esplorare diversi media e modalità di creazione: installazioni, visuals, performance, pittura, land art e altro ancora. A seconda dell’opportunità del momento, scelgo il mezzo che meglio si adatta alle mie idee ed esploro continuamente le possibilità di creazione al suo interno, impegnandomi in una ricerca verticale. Questo dipende dai soggetti che studio e dal modo in cui percepisco il mondo.
Puoi parlare del tuo processo creativo? Come nasce il tuo lavoro? Quanto tempo ci vuole? Quando sai che è finita?
Il mio approccio alla creazione è vario, ma si basa su un supporto teorico. Nella mia concezione, gli artisti svolgono il ruolo di illuminatori. Ispirati poeticamente, dobbiamo proiettare nel campo visivo del pubblico ciò che percepiamo attraverso vari media. Idee diverse, credo, troveranno modi di espressione adeguati. Questa è la considerazione principale del mio processo creativo. La sua conclusione segna l’inizio di una nuova vita. Non voglio imporre spiegazioni rigide alle mie opere, perché questo priverebbe il pubblico delle proprie esperienze. Anche la percezione del pubblico dà nuova vita all’opera d’arte.
Chi sono i tuoi artisti preferiti? A quali ti ispiri?
Il mio artista preferito è Anselm Kiefer. Ha avuto una profonda influenza spirituale su di me. Anche se non ho un’opera preferita in particolare, la sua trasformazione della poetica e la profonda esplorazione della storia sono aspetti che ammiro molto.