Silvia Giordani: ” Nonostante il mio interesse sia aperto a molte discipline, sono sempre stata legata in modo particolare alla pittura. Trovo sia un mezzo che sa essere sempre attuale, seppur antichissimo, perché contiene in sé infinite possibilità di sperimentazione.”

 

Di Marco Crispano

Come e perché hai iniziato la tua carriera artistica?


Il mio percorso artistico ha avuto inizio all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ho frequentato sia il triennio che il biennio specialistico. Non mi sono mai realmente soffermata a chiedermi perché ho intrapreso questa strada, tutto si è susseguito in modo molto spontaneo, non ho fatto altro che assecondare l’istinto. Dipingere e disegnare sono sempre stati per me atti necessari e quotidiani.

A ripensarci adesso, quando nel 2011 ho deciso di iscrivermi in Accademia, non avevo in mente una precisa carriera artistica o lavorativa per il futuro, avevo solo voglia di imparare e crescere all’interno di quello che per anni è stato un habitat più che un’istituzione universitaria.

 

Come hai scoperto il tuo mezzo e perché l’hai scelto?

 

Anche qui l’ambiente accademico ha influito molto, poiché mi ha dato modo di sperimentare diverse tecniche e toccare con mano discipline molto distanti tra loro, dall’incisione ad acquaforte alla modellazione 3D. L’approccio multidisciplinare, sviluppato durante gli studi, influisce tuttora molto sulla mia pittura, nella quale applico un pensiero affine tal volta alla scultura tal volta all’incisione.

Della scultura mi interessa processo di creazione per sottrazione, nel quale si genera una forma togliendo materiale, mentre dell’incisione mi affascina il concetto di disegnare, imprimere un segno in modo indiretto su una superficie. Entrambe queste arti hanno influito molto sulla mia pratica pittorica.  Nonostante il mio interesse sia aperto a molte discipline, sono sempre stata legata in modo particolare alla pittura. Trovo sia un mezzo che sa essere sempre attuale, seppur antichissimo, perché contiene in sé infinite possibilità di sperimentazione.  

 

Puoi parlare del tuo processo creativo? Come nasce il tuo lavoro? Quanto tempo ci vuole? Quando sai che è finita?


Ogni dipinto nasce in modo diverso dall’altro. Per alcuni quadri mi ci vogliono mesi prima di giungere al compimento, altri si risolvono in poche settimane. È come se ogni dipinto mi mettesse davanti a delle specifiche sfide che richiedono soluzioni sempre nuove. Non ho un modo univoco di procedere sulla tela, ma sicuramente ci sono degli iter processuali che accompagnano ogni dipinto. Il mio interesse inizialmente si sofferma sulla ricerca della matericità della pittura. La prima fase inizia muovendo la superfice della tela bianca, cercando, attraverso diverse stratificazioni pittoriche, di entrare in un mondo fatto di micro e macro, dove la texture pittorica è al centro della mia attenzione. Successivamente, cerco di scavare all’interno di questa nuova superficie, facendo emergere delle forme e sommergendone altre. In questa fase per me si tratta di ascoltare, assecondare quello che succede naturalmente sulla tela e tentare di direzionarlo senza prevaricare.

Cerco di lavorare in modo molto essenziale, quindi per me un lavoro è finito quando qualsiasi pennellata in più sarebbe di troppo, andando a togliere freschezza al dipinto. Da un paio di anni lavoro a Kadabra a Venezia Mestre, studio di pittura condiviso tra 10 artisti. Il confronto costante con i colleghi è sicuramente determinante anche nella pratica individuale, sia per la fase processuale che per il momento in cui si va a rifinire una tela.

 

Chi sono i tuoi artisti preferiti? A quali ti ispiri?

 

I riferimenti e le ispirazioni sono infiniti. Per me le influenze non vengono solo da altre forme di pittura, ma soprattutto da altre forme di espressione artistica. La letteratura, la fotografia e il cinema, ad esempio, hanno un peso importante nella mia pratica, per tutto ciò che afferisce la creazione di atmosfere e luoghi. Mi ispiro a tantissimi artisti, se dovessi sceglierne uno da citare in questo momento direi Max Ernst, per la sua incredibile capacità di esplorare la materia pittorica, costruendo luoghi enigmatici e inquietanti al tempo stesso. Mi affascina molto anche la pittura metafisica e la dimensione di sospensione spaziale e temporale.

 

 

THE ARTIST

Nome: Silvia Giordani
Residenza: Venezia
Professione: Pittrice

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