Lucia Dibi: “Da qualche anno ho cominciato a dedicarmi a tempo pieno alla carriera artistica, abbandonando le collaborazioni editoriali, per dedicarmi a tempo pieno alla mia ricerca artistica.“
Lucia Dibi: “Da qualche anno ho cominciato a dedicarmi a tempo pieno alla carriera artistica, abbandonando le collaborazioni editoriali, per dedicarmi a tempo pieno alla mia ricerca artistica.“
Come, e perché, hai iniziato la tua carriera artistica?
Sono sempre stata attratta dalle materie artistiche: il mio percorso formativo è iniziato con il liceo artistico e proseguito con l’accademia delle Belle Arti e la specializzazione in Arte Multimediale a Brera. Ho lavorato nell’ambito editoriale come illustratrice, come decoratrice d’interni dipingendo trompe l’oeil e partecipando a diversi progetti artistici.
Da qualche anno ho cominciato a dedicarmi a tempo pieno alla carriera artistica, abbandonando le collaborazioni editoriali, per dedicarmi a tempo pieno alla mia ricerca artistica.
Come hai scoperto e scelto il tuo medium artistico?
Il disegno e la pittura mi hanno sempre affascinato; mentre i materiali con cui amo lavorare li scelgo soprattutto in base alla funzionalità di uno specifico lavoro.
Parlaci del tuo processo creativo. Come nasce il tuo lavoro? Quanto tempo richiede, e come capisci quando è completo?
Il mio lavoro nasce dall’esigenza di agire sul mio quotidiano: afferrare e creare una mappatura di quello che mi circonda e degli spazi che percorro: come una sorta di diario, di ciò che costantemente è presente, vicino e apparentemente irrilevante, cosciente che chi osserva produce quello che osserva.
Il primo strato della mappatura sono appunti visivi (prima erano schizzi) ora fotografie digitali: mi piacciono le città, i loro particolari architettonici..
Il secondo strato consiste nel trattare la fotografia, attraverso l’uso del computer, come se fosse un dipinto: la scompongo, la semplifico, la ingrandisco soprattutto e anche i colori assumono nuove frequenze: cerco nuove coordinate e nuove informazioni. Infine dipingo con colori acrilici, creo stratificazioni con terra e sabbia.
L’opera presentata Q40 Via delle Ore, fa parte di un progetto iniziato durante la quarantena nei mesi di febbraio e marzo 2020 dovei i luoghi a cui mi ispiravo erano quelli dei dintorni alla mia abitazione.
Il tempo di realizzazione è quasi impossibile da quantificare anche perché proseguo con più progetti, alcuni li interrompo altri vanno avanti..comunque ci vuole tanto tempo.. E’ altrettanto difficile definire un’opera finita: a un certo punto me lo impongo perché la ricerca della perfezione non ha nulla di positivo.
Quali sono i tuoi artisti preferiti? A quali ti ispiri?
I miei artisti preferiti sono tanti; ma quelli a cui mi piace sempre attingere ispirazione sono Robert Rauschemberg per la sua versatilità e eleganza compositiva; Edward Hopper, per le sue atmosfere e l’uso del colore; Giorgio de Chirico per le sue architetture ma soprattutto per l’uso di oggetti quotidiani rappresentatati al di fuori del loro contesto; infine Carlo Mattioli per la matericità della sua pittura.